In un quadro di incertezza e complessità così denso di incognite, ai piedi di una rivoluzione digitale che sembra aver imboccato una via senza ritorno e dinnanzi alla velocità esponenziale dell’innovazione tecnologica in che modo è possibile accertarsi della presenza (reale e potenziale) delle competenze “core” per il business aziendale e al tempo stesso per l’occupabilità delle persone?
L’intervista è una tecnica nota ma raramente applicata in modo efficace, spesso intrappolata fa due estremi; da un lato una smisurata confindenzialità fine a se stessa o dal lato opposto, la semplice validazione/notifica di una valutazione già prestabilita.
In accompagnamento a metodologie fortemente “digital driven” , l’intervista soprattutto in questa fase storica rappresenta, se condotta in modo professionale, lo “spazio relazionale” ideale dove poter esplorare tutte le azioni e le situazioni contingenti, anche quelle che in un particolare momento non sono né visibili all’osservatore (queste analisi vengono condotte tra le mura di una stanza), né riconosciute dal soggetto (che le scopre insieme al suo interlocutore). Un contesto prezioso, ricco di senso e possibilità di apprendimento per capo e collaboratore.
Hard, soft o…life skills?: Il raccordo fra le competenze e il ruolo professionale (in un mondo V.U.C.A.)
I.A. & U.A: l’intervista come disciplina pratica per l’Umanità Aumentata
La differenza fra colloquio e intervista
La cornice dell’intervista: dalle competenze agli indicatori comportamentali
Meccanismi di difesa e impression management: i rituali dell’intervista in ambito professionale
Il “contratto comunicativo” fra intervistatore e intervistato
Centrata e aperta: Il doppio ascolto nell’intervista sulle competenze
Chi sa, non sempre sa di sapere: l’intervista come spazio di generazione della consapevolezza
Modelli classici: BEI Interview e sequenza STAR
Oltre i modelli: l’effetto moltiplicatore dell’intervista dialogica
Casi pratici e simulazioni