Il 46% dei lavoratori che si spostano per lavoro ha confermato che la propria azienda al momento non applica politiche attive di travel in maniera strutturata anche se la Legge impone al Datore di Lavoro la tutela del proprio personale, sia in sede che fuori sede. Vi sono responsabilità penali per chi non rispetta le normative (D.Lgs 81/08 e 231/01). Infatti oltre a evidenziare la responsabilità penale delle persone fisiche (datore di lavoro, dirigenti, responsabile del servizio di prevenzione, medico competente e così via), il D.lgs.81/08 prevede anche un altro tipo di responsabilità, ovvero la responsabilità amministrativa degli enti, introdotta nelle leggi italiane dal D.lgs. 231/01. Le pene previste da tale norma sono particolarmente onerose dal momento che, oltre a sanzioni pecuniarie elevate, possono configurarsi anche sanzioni interdittive, che possono spingersi fino all’interdizione dell’esercizio dell’attività o il commissariamento dell’ente. Per la prima volta nella storia del diritto italiano la responsabilità amministrativa dell’impresa sussiste anche in rapporto ai delitti di omicidio colposo o di lesione personale colposa grave o gravissima commessi con violazione delle norme sulla tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro. Fondamentale è che, durante le trasferte, il luogo di lavoro, così come l’orario, sono difficilmente perimetrabili esclusivamente all’interno degli uffici o stabilimenti industriali in cui si opera. Per quest’ultimo principio la responsabilità dell’azienda si estenderebbe a tutto il periodo di viaggio, all’albergo e i luoghi fisici in cui si soggiorna e si opera aumentando esponenzialmente le vulnerabilità. Molti sono infatti i rischi ai quali i dipendenti in trasferta possono andare incontro: Incidenti stradali, epidemie, terrorismo, criminalità, disastri naturali, rischi che minacciano la sicurezza e la salute dei viaggiatori. La sicurezza del personale viaggiante e il «duty of care» sono diventati temi centrali di ogni azienda multinazionale anche per garantire la Business Continuity. Il vero valore aggiunto di una funzione di gestione della travel security è riferito alla capacità di mantenere la costante operativa del personale in ogni situazione e livello di rischio e, nel caso di incidenti o crisi, alla capacità di fornire adeguata assistenza che, a seconda dei casi, può essere svolta in loco o può concludersi in un’evacuazione delle persone coinvolte. È quindi evidente che le aziende debbano anticipare, prevedere e gestire questi fenomeni ricorrendo a personale qualificato.
“Security for staff abroad means peace of mind for management and family at home” (Roger Warwick)
Inizieremo, per primi nel mondo dalla pubblicazione della PdR, con il percorso che formerà il Travel Security Manager, figura professionale operante nell’ambito della travel security che si occupa della gestione operativa della security, safety e health delle persone che viaggiano per conto dell’organizzazione di appartenenza. La 1° edizione della Masterclass in TRAVEL SECURITY MANAGER inizierà a maggio prossimo e sarà aperta alle aziende che vogliono formare il proprio staff oppure a privati che intendono specializzarsi verticalmente sul tema della business travel security e proporsi alle aziende. Per poter assolvere ai compiti di ruolo, il Travel Security Manager dovrà possedere conoscenze, abilità e livello di autonomia e responsabilità per poter:
- Partecipare alla preparazione e/o sviluppo del Travel security policy.
- Sviluppare protocolli per la formazione e informazione delle persone interessate alla Travel Security.
- Presidiare le opportune procedure per la salvaguardia della reputazione dell’organizzazione nell’ambito Travel Security.
- Presidiare le opportune procedure per la salvaguardia dei diritti umani dell’organizzazione nell’ambito Travel Security.
- Contribuire ai tre pilastri della sostenibilità (ambientale, sociale ed economico).
- Condurre/gestire due diligence e quality assurance dei provider.
- Identificare i requisiti tecnici necessari per una corretta selezione e gestione dei fornitori.
- Verificare la scelta opportuna di alloggio a destinazione.
- Verificare se si dispone di assicurazioni appropriate per il corretto e sicuro svolgimento della Travel Security.
- Verificare che protocolli e procedure dell’organizzazione relativi a Security, Safety and Health siano adeguati ai luoghi e contesti di, viaggi e trasferte.
- Identificare e valutare gli strumenti tecnologici e i servizi a supporto più appropriati.
- Stabilire e mantenere rapporti con le altre funzioni dell’organizzazione.
Alla luce di ciò, grazie a CONFINDUSTRIA EMILIA Area Centro, UNI-Ente italiano di normazione e PYRAMID TEMI GROUPSRL e UNI-Ente italiano di normazione, è stata sviluppata e pubblicata la nuova prassi di riferimento: UNI/PdR 124:2022“Attività professionali non regolamentate – Figure professionali operanti nell’ambito della travel security. Requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità”, prassi che definisce le linee guida per determinare i requisiti di conoscenza, abilità e competenza, relativi al personale dipendente, incaricati della gestione della sicurezza trasferte del personale aziendale, con l’obiettivo di assolvere gli obblighi di Duty of Care in capo alle aziende.
FONDAZIONE ALDINI VALERIANI che ha partecipato dal 2020 al Tavolo di lavoro UNI ha tradotto in percorsi formativi le competenze in esito che le figure preposte dovranno possedere, percorsi validati ed inseriti nella PdR pubblicata da poco.
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