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Il nostro progetto “I laboratori dell’incompiuto” riceve il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

Il nostro progetto “I laboratori dell’incompiuto”, frutto di un processo di co-progettazione tra professionisti di vari ambiti (Associazione Funamboli-ReMida_Terre d’Acqua, Studio Atlantis, Associazione NEDAC) e rivolto agli studenti dei percorsi di formazione professionale della Fondazione Aldini Valeriani, è stato approvato dalla FONDAZIONE DEL MONTE DI BOLOGNA E RAVENNA che ha messo altresì a disposizione un importante contributo per la sua realizzazione. Il progetto si configura come un’esperienza formativa laboratoriale, un percorso di attività formative/creative e di conoscenza/azione urbana in cui i partecipanti sperimenteranno nuove forme di mappatura della città mettendosi in gioco con le proprie idee e le proprie potenzialità espressive per creare un percorso narrativo personale.

Abbiamo scelto il termine incompiuto su ispirazione del progetto “Incompiuto siciliano” del collettivo di artisti Alterazioni Video dove gli scheletri delle opere pubbliche non finite diventano un paradigma interpretativo dell’architettura contemporanea, un vero e proprio stile in bilico tra decadenza e dignità artistica, che dovrebbe aprire a nuove visioni per gestire questo “patrimonio”. Il concetto di incompiuto ha una particolare forza evocativa e suggestiva anche in riferimento al tema del cambiamento e della trasformazione. È un tema che si lega a diversi piani di analisi che spaziano da elementi legati al territorio a elementi legati all’intimo umano. Il concetto di incompiuto, infatti, ha un’accezione materiale, soprattutto in riferimento a spazi urbani e aree industriali, ma lo si può applicare anche ad oggetti e materiali come scarti industriali, e, ancora, facendo metafora del concetto di incompiuto, se ne può considerare anche l’accezione “umana” per intendere un individuo che non ha ancora trovato la sua piena formazione. Sono tutte caratteristiche dell’incompiuto che è presente sia nel paesaggio urbano che negli individui in certe fasi della vita. È proprio questo l’aspetto che ci interessa e che ha rappresentato il legame tra i partner.

Con questo progetto, quindi, proponiamo un percorso di connessione dei piani in cui abbiamo inteso l’incompiuto mediante la mappatura di diversi livelli della realtà urbana osservata dal punto di vista caratterizzante dell’adolescente. Si vuole quindi attivare un processo di analisi, studio, esplorazione, estetizzazione di elementi Incompiuti del paesaggio urbano su varie scale anche a rappresentazione di corrispondenti paesaggi interiori. Che si tratti di luoghi, di oggetti e soprattutto di soggetti, ci interessa far emergere il loro potenziale inespresso. Concretamente i partecipanti ai laboratori percorreranno, materialmente e virtualmente, l’area della città che si sviluppa attorno alla scuola, guidati in un percorso elaborazione critica di ciò che vedranno, in particolare di alcuni luoghi “incompiuti” precedentemente selezionati. Agli studenti verranno fornite le nozioni base di alcuni strumenti di comunicazione, digitale e non, nell’ambito della cartografia e della rappresentazione visuale in genere. In particolare si farà ampio ricorso alla multimedialità, utilizzando diversi approcci per produrre i contenuti visuali: dal disegno al software di grafica, dalla raccolta di oggetti a l’uso di fotocamere, dal collage al fotomontaggio, dalla costruzione di mappe al caricamento di file-online.

Questi strumenti serviranno per dare forma ai contenuti prodotti nel percorso di analisi creativa dell’area di studio, ma anche a raggiungere uno degli obiettivi di progetto, ovvero rendere consapevoli gli studenti che la relazione tra reale e virtuale è dinamica e che il secondo, se utilizzato come strumento, diventa uno spazio dove liberare il proprio immaginario creativo ed emanciparsi dallo stato di fruitori passivi. Tutto il materiale prodotto verrà archiviato all’interno dell’ATLANTE INTERATTIVO, una piattaforma digitale su base cartografica attraverso cui sarà possibile esplorare l’area e visualizzare via web il materiale prodotto nei laboratori. Saranno inoltre gli studenti stessi a caricare i contenuti sulla piattaforma, sperimentando così uno strumento concreto per comunicare le proprie idee e “lasciare una traccia” delle proprie esperienze.

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Pubblicato il
20 Febbraio 2020