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“THE GAME” di Alessandro Baricco: la forza rivoluzionaria del gioco

A distanza di quattro decenni dall’avvento dei personal computer sulle scrivanie e nelle stanze di tutto il mondo, si è compiuta una vera e propria mutazione antropologica.
La prima fase di questa metamorfosi in verità è antecedente e discende dall’aver acconsentito di far confluire parte della propria esperienza reale a delle macchine, dei tools. Pensiamo al telefono nella sua versione originale, già di per sé fonte sia di distanziamento che di riprogrammazione cognitiva rispetto alla struttura tradizionale della comunicazione in presenza.  Con l’avvento dei pc e soprattutto di internet quella che stiamo vivendo non è solo una rivoluzione tecnologica fatta di nuovi oggetti, ma il risultato, secondo l’autore, di un’insurrezione mentale. Chi l’ha innescata – dai pionieri di Internet all’inventore dell’iPhone – non aveva in mente un progetto preciso se non questo, affascinante e selvaggio: rendere impossibile la ripetizione di una tragedia come quella del Novecento. Niente piú confini, niente piú élite, niente piú caste sacerdotali, politiche, intellettuali. Uno dei concetti piú cari all’uomo analogico, la verità, diventa improvvisamente sfocato, mobile, instabile.

I problemi sono tradotti in partite da vincere in un gioco per adulti-bambini. Perché questo è The Game. La storia tracciata da Baricco ha inizio con Space Invaders (1978), il primo videogioco della storia bidimensionale. La nuova società si fonda sulla metafora del gioco: “il videogioco è stato uno dei miti fondativi dell’insurrezione digitale”, il momento cruciale in cui si sono manifestati i tratti distintivi della rivoluzione. La cultura digitale dentro la quale oggi viviamo segue la logica del videogame e nasce per azzerare qualunque distanza tra mondo reale da quello digitale.

Molte sono le riflessioni e gli spunti sulla cultura digitale contemporanea contenuti all’interno di questo libro. Come detto l’insurrezione in atto è per Baricco una sorta di reazione allo shock del ‘900 che si manifesta principalmente attraverso la l’innovazione dei principali strumenti digitali che l’uomo ha a disposizione per interagire con il mondo. Nel corso della storia dell’uomo, tuttavia, tali modelli di verità non sono stati esenti da errori e grandi mancanze. I progenitori di questa rivoluzione digitale non sono stati in grado di gestirne tutte le conseguenze. É ancora vivo il “bisogno di sapere umanistico,  di talenti cresciuti nella sconfitta e di intelligenze che vengono dai margini“. Gli eroi della rivoluzione sono, infatti, tutti maschi, americani e con una formazione scientifica. L’umanità ha bisogno di guardare al mondo femminile e a nuove forme di sapere; verso le cosiddette “contemporary humanities“, cioè quelle discipline che puntano alla sintesi fra il mondo della tecnica e l’umanesimo.

The game
Alessandro Baricco
Einaudi, 2018

Recensione di Federico Bencivelli, consulente e formatore senior di Fondazione Aldini Valeriani, ha sviluppato metodologie e strumenti finalizzati alla valorizzazione dei comportamenti organizzativi di imprenditori, dirigenti e responsabili di funzione. Realizza interventi di assessment delle competenze manageriali e coaching individuale.

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